LTER Italia

lter-eu

Molti dei processi funzionali degli ecosistemi avvengono a scale spaziali e temporali che necessitano di approcci di studio integrati e prolungati nel tempo. Se da una parte sono proprio le dinamiche naturali dei processi ecologici ad esplicarsi su lunghe scale temporali, dall’altra la necessità di comprendere l’impatto delle attività umane sugli ecosistemi ha bisogno di continuità nelle attività di ricerca e monitoraggio (Matteucci et al, 2007).

Per questo motivo, nel 1980 è iniziato negli Stati Uniti un programma per promuovere la ricerca ecologica di lungo termine (LTER: Long Term Ecological Research). Tale programma ha come scopo: la comprensione dei fenomeni ecologici generali che avvengono su ampie scale spaziali e temporali, creare una rete organizzata e documentata di esperimenti e osservazioni di lungo termine per l’uso da parte delle generazioni future, promuovere studi di sintesi e, infine, fornire informazioni utili per l’identificazione e la soluzione di problemi socio-ambientali.

Nel 1993 la rete LTER ha dato luogo ad una rete internazionale (ILTER) di siti di ricerca e di scienziati finalizzata a migliorare la comprensione degli ecosistemi globali e a fornire supporto per la soluzione di problemi ambientali attuali e futuri.

Con la creazione della Rete Italiana di Ricerche Ecologiche a Lungo Termine (LTER-Italia) nel 2006 il nostro Paese è entrato a far parte del sistema ILTER. Alla creazione di tale rete hanno partecipato ricercatori, appartenenti a diverse Università ed istituti del CNR.

Oltre agli obiettivi generali stabiliti dalla rete internazionale LTER, la rete italiana si propone di studiare e definire, in campo ecologico, la variabilità di base e le tendenze evolutive, l’analisi e la sintesi dei processi ecologici, uno sviluppo sostenibile e il relativo impatto antropico, la raccolta di dati di supporto all’elaborazione di strategie di gestione sostenibile, l’integrazione della ricerca ecologica terrestre, acquatica e marina e, in ultimo, i rapporti con altre reti analoghe dell’Unione Europea ed Internazionali.

La rete italiana può essere l’ambito dove unire e coordinare le forze per gestire le risorse finanziarie e le infrastrutture per la ricerca ecologica e per la formazione delle risorse umane, così da poter affrontare in modo più efficace domande e problemi ecologici a livello regionale, nazionale e globale. In questo modo essa può anche contribuire a dar luogo e diffondere una corretta informazione ambientale, indirizzata a varie istituzioni, così da contribuire al miglioramento delle politiche ambientali per la gestione, l’uso, la conservazione e il ripristino delle risorse e dei servizi forniti dagli ecosistemi acquatici e terrestri.

Nel 2006, tra i 23 siti presentati, ne furono selezionati 10 a formare il primo nucleo della Rete Italiana di Ricerche Ecologiche a Lungo Termine. I suddetti siti sono:

  • Foreste Alpine;
  • Foreste Appenniniche;
  • Foreste Mediterranee;
  • Laghi Sudalpini;
  • Ecosistemi lacustri della Sardegna;
  • Alto Adriatico;
  • Golfo di Napoli;
  • Ecosistemi marini della Sardegna;
  • Stazione di ricerca in Antartide;
  • Laghi Himalaiani di alta quota.

La rete italiana negli anni è ulteriormente cresciuta, attualmente sono presenti 22 siti suddivisi in ambito terrestre (9), acque interne (5) e marino di transizione (8) (http://www.lteritalia.it/siti.php).

I siti selezionati rappresentano i principali tipi di ecosistemi presenti sul territorio italiano e tendono a favorire la collaborazione tra stazioni di ricerca sulla stessa tipologia di ecosistema ed a promuovere il confronto e l’integrazione della ricerca ecologica in ecosistemi terrestri, acquatici e marini. In tutta la rete è favorita l’integrazione tra gruppi di ricerca e l’applicazione di metodi comuni che sono tra gli obiettivi principali delle reti LTER (Bertoni, 2010).

I criteri per l’inclusione di un sito di ricerca ecologica nella rete sono i seguenti:

  • disponibilità di serie continue di dati (almeno 10 anni) e attività in corso;
  • esistenza di ricerca ecologica strutturata e con risultati elaborati e pubblicati (good science);
  • ragionevole sicurezza di disponibilità di adeguate risorse finanziarie (per almeno 3-5 anni) e prospettive di mantenimento del sito nel lungo termine;
  • capacità di buona divulgazione dei risultati, anche a un pubblico non specializzato;
  • attivazione recente del sito ma con prospettive di ricerca a lungo termine e con attività di ricerca su temi strategici (cambiamenti climatici, acidificazione, sequestro del carbonio, biodiversità, ecc.).

La ricerca di lungo termine, effettuata in siti stabili e con metodi confrontabili, ha già consentito di arrivare a interessanti risultati sulle dinamiche ecologiche degli ecosistemi. È proprio con ricerche di questo tipo che sarà possibile valutare nel tempo l’impatto dei cambiamenti come quelli legati al clima, e ad altre problematiche d’interesse più specifico, come l’eutrofizzazione.

Una delle più importanti iniziative nata all’interno della comunità europea LTER-Europe e in particolar modo della rete italiana è stato il progetto EnvEurope finanziato nel 2010 nell’ambito del Life Enviroment Project (LIFE08 ENV/IT/000399). di cui appunto l’ISMAR-CNR è stato il capofila (http://www.enveurope.eu/).

EnvEurope è stato concepito unendo gli sforzi di 11 paesi appartenenti alla rete LTER Europa con l’obiettivo principale del progetto è la definizione di opportuni indicatori di qualità ambientale con un approccio integrato a lungo termine, su ampia scala e trans-dominio (terrestre, acque interne, zone umide e ecosistemi marini). Attraverso un processo di causa-effetto EnvEurope ha operato principalmente alla definizione del potenziale utilizzo ed efficace di set di dati a lungo termine per identificare e affrontare importanti questioni scientifiche, mentre, in futuro, consentirà l’integrazione delle informazioni specifiche a supporto delle politiche ambientali, strategie e programmi di sviluppo della UE.

Il progetto è stato strutturato per svolgere un ruolo nel contesto concettuale e operativo del Sistema Comune di Informazioni Ambientali (SEIS), promosso dalla Commissione Europea e nello sviluppo di alcuni componenti per il monitoraggio globale dell’ambiente e sicurezza (GMES), una iniziativa congiunta della Commissione europea e l’Agenzia spaziale europea.

In questo contesto il progetto intende porre le basi per un sistema più integrato per il miglioramento della ricerca ecosistema a lungo termine e il monitoraggio a livello europeo, incentrato sulla comprensione di stato, le tendenze e cambiamenti di qualità ambientale e per l’elaborazione di sistemi e metodi di rilevazione comuni.

______________________________________________________________________

Siti e stazioni di ricerca della rete LTER in Sardegna:

Sito 10 Ecosistemi Lacustri della Sardegna

Sito 14 Ecosistemi Marini della Sardegna